La cooperazione tra uomo e natura ha permesso dal principio la creazione delle comunità le quali accompagnate dai corsi d’acqua si sono sviluppati nella simbiosi con la terra.

Il susseguirsi di azioni antropiche  ha portato  nel tempo ad un continuo distacco tra la vita umana e quella extrauma.

Per anni questo distacco si è ampliato generando gradualmente la convinzione di essere al di sopra della natura vedendo, quest’ultima come marginale, utile per soli fini economici o estetici. Questo atteggiamento però, non tiene conto dei singoli individui materialmente appartenenti alla natura e ai suoi cicli, quindi non si può non immaginare un’inversione di marcia che vada verso una visione biocentrica.

 Da queste premesse il progetto G_O prova a restaurare un rapporto eterno partendo dal ricordo e concetto di cura che torna alla mente nelle azioni delle studentesse di tecniche extramediali, impegnate per tre mesi, a prendersi cura di un’innocua forma di vita ormai distante dall’uomo . Tramite un seme hanno generato un esperienza di sinergia alimentando il confronto tra loro e l’altro e sulle possibilità che si nascondono dietro questo atto. Questa esperienza vuole interrogarsi sul rapporto di cura, essenziale per una rinascita individuale e territoriale ponendo al centro non il singolo ma l’insieme. Per questo il lavoro è posto all’interno di due stanze, alle quali non si può accedere. Nascoste le immagini, si sottraggono al fruitore riflettendo su piccoli specchi d’acqua, i quali creano un collegamento tra il passato e il presente. Negli schermi la proiezione che documenta la cura, il contatto e la sinergia con la terra, tramite una pianta che cresce. Partire da questo ricordo e animarlo nel presente porta con sé il senso di riscatto e di rinascita dei territori che in questo contatto riforma le comunità. Curare diviene il motore della rinascita individuale e collettiva come ed in cooperazione della natura.